È boom di vendite ed export per il biologico italiano. Noi italiani, è risaputo, amiamo mangiar sano. Del resto il nostro modello alimentare è uno degli esempi più rappresentativi di come equilibrio nutrizionale, genuinità e bontà possano coesistere all’interno della dieta. Proprio per questo il cibo italiano è apprezzato ormai ben oltre i confini nazionali. Lo dimostrano i dati relativi all’export, in crescita costante da anni, ma anche i sempre più numerosi tentativi di imitazione (spesso grossolana, come abbiamo visto nell’articolo dedicato al cosiddetto fenomeno “italian sounding“) dei nostri prodotti in tutto il mondo.
L’evoluzione del mangiar sano, nel nostro Paese si chiama mangiare bio. Significa consumare alimenti coltivati senza l’utilizzo di pesticidi, additivi e concimi chimici e ottenuti esclusivamente sfruttando i cicli naturali dei terreni e rispettando i ritmi delle stagioni. Il nostro modello alimentare, dunque, si arricchisce di un elemento importantissimo: la componente “biologico italiano”. Essa presuppone un autentico ritorno alla natura e ai suoi ritmi, e si oppone alle logiche di industrializzazione del cibo, sfruttamento intensivo degli allevamenti, sovvertimento degli equilibri naturali per fini commerciali. Da alcuni anni sempre più italiani scelgono di mangiare sano e biologico. Ecco alcuni dati.
Secondo Nielsen, lo scorso anno in Italia il settore biologico italiano ha sviluppato un fatturato di oltre 5 miliardi di euro. L’incremento delle vendite al dettaglio è stato del 10,5% nel primo semestre del 2018 rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Il trend di crescita è costante e inarrestabile negli ultimi dieci anni (+121% nel mercato interno, +218% considerando anche l’export).
Durante il 2017 (secondo i dati diffusi da Nomisma) in quasi 4 famiglie italiane su 5 si è consumato almeno un prodotto biologico. Inoltre, un italiano su due consuma prodotti bio almeno una volta a settimana, dato che aumenta esponenzialmente nelle famiglie in cui ci sono figli di età inferiore ai 12 anni (56%), e tra vegetariani e vegani (67%).
Il boom del bio ha fatto sì che nei supermercati sempre più spazio venga dedicato a questi prodotti (+330% negli ultimi dieci anni), con assortimenti ampi e scaffali dedicati. Le grandi marche hanno creato linee dedicate al biologico, e sono nati molti brand specifici. Le insegne della GDO che propongono prodotti bio sono aumentate del 144% nell’ultimo decennio. Senza contare i negozi specializzati nel biologico: quasi 1500 in Italia nel 2017 secondo Biobank, equamente distribuiti fra nord (60%) e sud (40%). Infine, le aziende agricole che propongono alimenti bio a km 0 sono aumentate del 187% negli ultimi quindici anni.
Secondo Coldiretti, l’aumento della domanda ha incentivato le produzioni nazionali. Circa il 15% del territorio coltivabile in Italia è ormai destinato esclusivamente al biologico (1,8 milioni di ettari complessivi). La nostra Puglia si conferma regione a “vocazione bio”, con oltre 255mila ettari dedicati, seconda solo alla Sicilia (364mila ettari).
Mangiare bio sta diventando, in Italia, un’autentico stile di vita, oltre che di consumo. Alla base di questo fenomeno c’è senza dubbio la maggiore sensibilità verso tematiche quali la salute e la sicurezza, ma anche l’attenzione verso la qualità di ciò che mangiamo e la tutela dell’ambiente. Altro punto a favore, quello relativo al prezzo. La pressione promozionale sui prodotti bio è aumentata notevolmente egli ultimi anni, facendo sì che il consumatore possa acquistarli senza “svenarsi”. Tante promozioni, insomma, prezzi più abbordabili e un assortimento sempre crescente sugli scaffali. E così oggi, nel carrello di un italiano su cinque, ben 12 euro ogni 100 sono spesi in prodotti bio. «Un mercato», sottolinea Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, «che non cresce con gli investimenti pubblicitari, ma con la fiducia dei consumatori in relazione ai nuovi stili di vita».
Il boom del biologico sta interessando anche il settore no food. Articoli per la cura della persona, naturali e certificati, cosmetici e prodotti erboristici, ma anche detergenti per le superfici sono sempre più presenti nelle case degli italiani. Secondo Cosmetica Italia, il fatturato dei cosmetici green nel 2017 si è attestato a quota 950 milioni di euro e rappresenta quasi il 10% dell’intero settore.
L’Italia si conferma uno dei principali Paesi esportatori di prodotti biologici. E’ seconda nel mondo solo agli Stati Uniti, con 1,91 miliardi di euro di fatturato contro 2,4 degli americani. Al terzo posto c’è l’Olanda (928 milioni), seguita da Vietnam (817 milioni) e Spagna (778 milioni). Secondo i dati di Assobio, l’export di biologico italiano cresce di circa il 10% annuo. Le nazioni verso cui esportiamo maggiormente i nostri prodotti bio sono Germania, Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Paesi Bassi.
Secondo Nomisma, grande attenzione al green italiano è rivolta dai consumatori di Stati Uniti e Canada, Paesi nei quali il nostro export registra incrementi significativi (rispettivamente +81% e +76%). Il 33% degli americani considera quello italiano il biologico qualitativamente migliore al mondo. Sono molteplici, infine, le opportunità rappresentate da mercati considerati emergenti, come quelli di Giappone e Australia, nei quali il trend di crescita annuo si attesta tra il 10 e il 15%.
Noi di Bell Italia monitoriamo costantemente le nuove abitudini nei consumi italiani. Proponiamo, inoltre, ai nostri clienti una selezione sempre aggiornata dei prodotti più apprezzati nel nostro Paese. Fedeli al ruolo di “finestra sull’italia” per grossisti e dettaglianti di tutto il mondo, informiamo i nostri partner su tutte le nuove tendenze e inviamo campionature gratuite per consentire loro di testare i nuovi prodotti prima di inserirli sui propri scaffali. Il boom del bio ha contagiato anche noi. Le nostre vendite di prodotti biologici fanno segnare un +150% nel 2018 rispetto all’anno precedente. I Paesi nei quali esportiamo maggiormente prodotti biologici sono Gran Bretagna e Belgio. I prodotti bio più richiesti sono: olio extra vergine d’oliva, legumi in scatola, pomodori pelati, pasta.
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